Izabela Fleming Czartoryska, principessa polacca e illuminista

di Michela Del Bosco

Molto spesso si tende a trascurare quelle che sono delle figure di spicco nella storia antica e contemporanea, le donne, in particolar modo, erano ampiamente tralasciate, e non troveremo quasi mai una donna-soldato, una mamma-eroina del popolo. Eppure poche e rare volte siamo messi di fronte alla straordinaria abilità femminile di stravolgere un’epoca e di ridimensionare le conoscenze umane. Le donne, soprattutto quelle ricche e di buona famiglia, si interessavano alla cultura e alle arti, riuscivano a trarre una conoscenza personale del mondo, raccogliendo fatti certi che confluivano nella loro visione finale della storia.

Oggi vorrei porre l’accento su una di queste strabilianti figure che ha contribuito alla cultura e alla conoscenza delle arti in Polonia: Izabela Fleming Czartoryska.

fonte: wikipedia.org

Nonostante la provenienza da una famiglia agiata e benestante, Izabela non ebbe una vita felice; nata a Varsavia nel 1746, da molti considerata poco attraente per via delle macchie di vaiolo e dei capelli rasati e rovinati, non corrispondeva agli ideali di bellezza di allora, ma ciò non le impedì di salire sull’altare all’età di 15 anni e di sposare uno degli uomini più ricchi e belli della Polonia: Adam Kazimierz Czartoryski. Il matrimonio tra i due non fu affatto felice e lei non provò mai vergogna nell’affermare la sua vita extraconiugale con altri uomini, tanto da sostenere che almeno uno dei suoi figli non fosse effettivamente del marito; i due però erano incredibilmente tolleranti l’uno dell’altra, si dice infatti che fu proprio il marito ad accompagnarla alla reggia del suo amante!

Barbara Czernoff, Pałac Czartoryskich w Puławach jako siedziba Instytutu Wychowania Panien, 1858 r.
fonte: muzeumczartoryskich.pulawy.pl

Malgrado la sua vita amorosa travagliata e scandalosa, Izabela aveva un altro grande affetto alla quale fu sempre fedele: la patria. La Polonia deve molto al suo contributo instancabile, fu lei a ideare uno dei centri culturali più importanti, un luogo protetto e mirato alla conservazione e alla memoria di oggetti di personaggi che hanno costellato la storia polacca: il museo di Puławy. Izabela concepì l’importanza di far sopravvivere i ricordi degli antenati del popolo polacco ma anche la volontà di trasmettere il messaggio alle generazioni future. Il prestigioso museo, del quale lei andava particolarmente fiera, era una ricostruzione attuata su un palazzo già esistente; fu proprio la principessa a ordinare la riedificazione, nel 1769, del palazzo di Puławy che nel frattempo stava cadendo in rovina. I lavori terminarono nel 1801 dove finalmente fu inaugurato quello che lei stessa definiva ‘’il tempio della memoria’’ che conteneva però un’importante struttura: Il Tempio della Sibilla (detto anche dei cimeli). I primissimi oggetti che ebbero la fortuna di albergare nel museo furono dei trofei turchi che risalivano alla battaglia di Vienna del 1683, ma anche cimeli di famiglie reali polacche e di personaggi importanti che erano passate sotto la corona polacca. In seguito vennero aggiunte opere di grande spessore come: le sedie di William Shakespeare, la maschera mortuaria di Isaac Newton e nel 1788 il figlio di Izabela acquistò un capolavoro di Leonardo Da Vinci che ancora oggi è meta ambita da molti turisti: La Dama con l’ermellino. Dal 2017 il quadro può essere ammirato nel Museo Czartoryski di Cracovia. L’intento della principessa è sempre stato quello di trasmettere i valori antichi e si rivolgeva alla sua terra affermando: “Patria, non ho potuto proteggerti lascia che almeno ti perpetui”. Nel 1830 la Polonia visse il periodo della ‘Rivolta di Novembre’, una rivoluzione mancata che generò numerosi danni; per questo motivo Izabela e la sua famiglia furono costretti a lasciare la Polonia e il museo fu chiuso, evacuando gli oggetti più preziosi che avrebbero rischiato il disfacimento. Solo nel 1878 il museo riaprì grazie al nipote della principessa, Władysław Czartoryski. L’edificio fu sottoposto a un nuovo pericolo nel 1943, quello della Seconda guerra mondiale, quando le truppe naziste stavano per saccheggiare il museo da tutte le opere d’arte.

Izabela si dedicò anche alla scrittura, pubblicando alcune opere di carattere educativo. Ebbe grande capacità di pensiero e di raziocinio, seppe dare una sua visione personale del mondo che la circondava e della società, amò il suo popolo e le piacque scrivere al riguardo. Una delle sue opere più ricordate è sicuramente Pielgrzym w Dobromilu, czyli nauki wiejskie del 1818, dedicata agli insegnamenti per i contadini, scritti in modo semplice, sotto forma di aneddoti o racconti storici.

fonte: polona.pl

Grazie alle sue conoscenze ebbe modo di entrare in contatto con alcuni dei più grandi filosofi e pensatori dell’epoca: Rousseau, Franklin e Voltaire che apprezzarono particolarmente la sua persona e la sua capacità di interagire e di pensare. Nonostante fosse una donna molti grandi personaggi ammirarono le sue doti educative e le riconobbero il titolo che le spettava di Principessa illuminista.

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