Leggiamo, traleggiamo, traduciamo

I primi incontri con gli studenti italiani che partecipano al nuovo progetto Nawa si sono svolti all’insegna di Szymborska, in anticipazione al workshop internazionale e all’evento Szymborska 20-22 Novembre. Dopo aver analizzato alcune poesie della Nostra e le loro traduzioni abbiamo deciso di proporre la nostre versioni del testo di Pietà dal volume “Uno spasso”.

Il prossimo incontro si svolgerà 6 Novembre, sempre alle 14. Proveremo a proporre la nostra versione dell’Utopia

Pieta

W miasteczku, gdzie urodził się bahater,
obejrzeć pomnik, pochwalić, że duży,
spłoszyć dwie kury z progu pustego muzeum,
dowiedzieć się, gdzie mieszka matka,
zapukać, pchnąć skrzypiące drzwi.
Trzyma się prosto, czezse gładko, patrzy jasno.
Powiedzieć, że się przyjechało z Polski.
Pozdrowić. Pytać głośno i wyraźnie.
Tak, bardzo go kochała. Tak, zawsze był taki.
Tak, stała wtedy pod murem więzienia.
Tak, słyszała tę salwę.
żałować, że nie wzięło się magnetofonu
i aparatu filmowego. Tak, zna te przyrządy.
W radiu czytała jego list ostatni.
W telewizji śpiewała stare kołysanki.
Raz nawet przedstawiała w kinie, aż do łez
wpatrzona w jupitery. Tak, wzrusza ją pamięć.
Tak, trochę jest zmęczona. Tak, to przejdzie.
Wstać. Podziękować. Pożegnać się. Wyjść
mijając w sieni kolejnych turystów.

Pietà

Nella cittadina dove è nato l’eroe,
guardare il monumento, lodarne la grandezza,
cacciare due galline dalla soglia del museo deserto,
chiedere dove abita la madre,
bussare, spingere la porta che cigola.
Si mantiene dritta, capelli lisci, sguardo limpido.
Dire che si è arrivati dalla Polonia.
Salutare. Fare le domande a voce alta e chiara.
Sì, lo amava molto. Sì, era sempre stato così.
Sì, lei allora si trovava sotto il muro della prigione.
Sì, aveva sentito la scarica.
Rimpiangere di non aver portato un registratore
e una cinepresa. Sì, conosce quegli arnesi.
Ha letto alla radio la sua ultima lettera.
Ha cantato alla TV le ninnananne di un tempo.
Ha perfino partecipato a un film, in lacrime
per via dei riflettori. Sì, la memoria la commuove.
Sì, è un po’ stanca. Sì, passerà.
Alzarsi. Ringraziare. Accomiatarsi. Uscire,
incrociando nell’atrio i turisti successivi.

(trad. Pietro Marchesani)

Pietà

Nella cittadina, dove è nato l’eroe,
guardare il monumento, stupirsi di quanto è grande,
spaventare due galline dalla soglia del museo deserto,
chiedere dove vive la madre,
bussare, spingere la vecchia porta.
Si tiene dritta, capelli ordinati, sguardo lucido.
Dire che si è venuti dalla Polonia.
Salutare. Ricordare di fare domande ad alta voce.
Si, lo ha amato tanto. Si, è sempre stato così.
Si, c’era in quel momento sotto il muro della prigione.
Si, aveva sentito la discarica.
Pentirsi di non aver preso un registratore
e una cinepresa. Si, conosce questi oggetti
Ha letto alla radio la sua ultima lettera.
Ha cantato in televisione vecchie ninnenanne.
Ne ha perfino parlato al cinema, fino alle
lacrime fissando i riflettori.
Si, ricordare la commuove.
Si, è un po’ stanca. Si, passerà.
Alzarsi. Ringraziare. Congedarsi. Uscire,
incrociando nel corridoio altri turisti.

(versione 1: traduzione collettiva studenti della Sapienza)

Pietà

Nella cittadina dove è nato l’eroe,
si guarda il monumento, ne si ammira l’imponenza
si cacciano due galline dall’uscio del museo deserto,
si chiede dove abiti la madre,
si bussa, si spinge la porta che schricchiola.
È composta, capelli ordinati, sguardo lucido.
Si dice che si è arrivati dalla Polonia.
Si saluta, si fanno domande a voce alta e chiara.
Sì, lo ha amato molto. Si è sempre stato così.
Sì, c’era in quel momento sotto le mura della prigione.
Sì, aveva sentito gli spari.
Ci si pente di non aver preso un registratore
e una telecamera. Sì, quegli oggetti li conosce.
Alla radio ha letto la sua ultima lettera.
Alla Tv ha cantato una vecchia ninnananna.
Ha addirittura presentato un film lacrimando
per via dei riflettori. Sì, il ricordo la commuove.
Sì, è un po’ stanca. Sì, passerà.
Ci si alza, si ringrazia, si dice arrivederci. Si esce
incrociando altri turisti nel corridoio.

(versione 2: traduzione di Giulia Trinca)

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